“L’amministrazione comunale di Castelnuovo Garfagnana sul nuovo ospedale ha le carte in regola”. La replica al consigliere Bondi. Il Sindaco Gaddo Gaddi risponde al Consigliere Bondi in merito alla disponibilità del terreno destinato alla costruzione del nuovo ospedale. “Dopo il tentativo di creare confusione operato dal consigliere comunale, è necessario che i cittadini sappiano la vera situazione in essere.
Infatti non corrisponde assolutamente a verità che la costruzione del nuovo asilo nido abbia messo a rischio il piano di fattibilità dell’ospedale unico della Valle, così come non corrisponde al vero che la passata amministrazione abbia inserito nel suo piano strutturale una superficie di 40 mila metri quadrati a scopo socio-sanitario. Vero e ‘, invece, che sono a disposizione per la costruzione del nuovo nosocomio oltre 43 mila metri quadrati di terreno quando il progetto ne prevede soltanto 30.800 metri quadrati comprensivi di area edificata, parcheggi e area esterna. Si tratta di area compatibile con la previsione ospedaliera e, cosa fondamentale, in sicurezza geologica, geomorfologia e idraulica.
L’ area interessata situata in zona Piano Pieve e’ altresì servita dalla variante oltre che dal servizio di elisosoccorso, protezione civile e vigili del fuoco. Per questi motivi è preoccupante l’esternazione del consigliere di ” Prima Castelnuovo ” Bondi, sopratutto perchè lo stesso era stato ben informato dall’assessore Bianchini circa la disponibilità del terreno ed aveva anche preso visione della planimetria.
Non si capisce, pertanto, l’intervento di Bondi se non per disinformare o creare inutili allarmismi o peggio ancora per influenzare in maniera negativa la procedura in corso presso la Regione di identificazione dell’area dove verrà costruito l’ospedale della Valle.
Sarebbe bene, non solo per il lavoro dell’amministrazione comunale ma anche per il rispetto che tutti dovrebbero avere per i cittadini, che il consigliere Bondi, prima di rilasciare certe dichiarazioni, si informasse presso gli uffici competenti non solo al fine di evitare distorsioni della realtà ma, riprendendo la sua metafora, anche allo scopo di evitare clamorosi e veri autogol”.
Perchè questi due hanno già deciso loro dove (se) verrà costruito l’ospedale unico della Media Valle?
Certo il grottesco è sempre in agguato.
E anche la presunzione di comandare e decidere per tutti, anche per quelli che hanno un bacino di utenza più popoloso.
Luti Giuseppe
Mi verrebbe voglia di rispondere che il motivo per cui così esternano è che fondamentalmente sanno che tanto non se ne farà nulla proprio a causa dei campanilismi ancora molto forti. Se tutti lo vogliono non si riuscirà mai a trovare una locazione idonea che soddisfi tutti (i politici) coloro che devono farsi belli agli occhi degli elettori.
Aggiungerei anche che, come dice una mia simpatica conoscente, non si è mai vista l’acqua andare verso la sorgente, quindi ogni spostamento a monte delle strutture sanitarie sarebbe un errore.
E invece, come cittadino, penso che non si dovrebbe guardare tanto il dove ma soprattutto il se.
Se un ospedale nuovo serve per curare chi ne ha bisogno perchè quelli vecchi a tale scopo no servono allora è opportuno costruirlo. Dove si vedrà, ha meno importanza.
Se invece, come è più probabile, dovesse servire a buttare altro denaro in tangenti dai costruttori ai nostri (si fa per dire) beneamati rappresentanti allora teniamoci il vecchio, costerebbe meno di sicuro-
Se si deve costruire ragioniamo anche sul dove. Il bacino di utenza possile del nuovo ospedale è dal ponte di Calavorno a Minucciano/Gorfigliano.
Bagni di Lucca no, Borgo a Mozzano no, vanno lungo la corrente, scendono a valle già ora, se non obbligati da scelte non del cittadino. Perchè è logico così.
Allora se questo è il bacino di utenza l’ospedale va centrato nel punto dove tutti abbiano il minor tempo di percorrenza possibile. Il posto esatto sarebbe dalle parti di Villetta/Sillicagnana/Poggio. Lì come tempi sarebbe a metà per tutti i più lontani. Ma è follia, non ci sono le strade e non ci sono gli spazi.
Allora con ogni probabilità, e so di attirarmi gli strali di tutti i barghigiani benpensanti, il posto giusto è veramente Piano Pieve. Da Barga sono 8/10 minuti, da Calavorno 20, dalle lande più remote del Comune di Coreglia 40/45. Dall’alta e altissima Garfagnana idem. Dalle piste da sci 30′.
Chi ha qualche nozione di medicina sa che anche gli eventi più gravi, se non sono proprio i fulminanti, si risolvono correttamente se le cure specialistiche vengono prestate entro 1, 2 ore al massimo dall’evento.
Una locazione diversa vorerbbe dire mettere a rischio gli abitanti di Gorfigliano e Minucciano.
Se riusciamo a invertire la corrente del fiume e far utilizzare il nuovo ospedale anche a Bagni e Borgo allora una locazione corretta potrebbe essere sulla fondovalle nel territorio di Gallicano, anche se lì ormai di spazi ce ne sono veramente pochetti.
Certo è che dovunque si voglia, se proprio necessario, costruirlo, dovrà essere una zona vicino all’asse viario principale della valle (Lodovica o Regionale) e don la possibilità di spazi aperti per l’eliporto se non interno almeno a ridosso della recinzione.
Approfitto per rilanciare una mia idea (folle, come sono io…) di già molti anni fa, chi mi conosce sa che non è nuova.
E se invece di UN NUOVO ospedale abbandonassimo tutto e si realizzano a Piazza al Serchio, Piano Pieve, Zona di Fondovalle tra Gallicano e Fornaci, Borgo a Mozzano (ma potrebbero allo scopo essere utilizzati anche i due già esistenti ospedali) dei Pronto Soccorso con gli attributi, 25/30 posti letto e medici in grado di affrontare qualsiasi evento che non richieda un ricovero prolungato o specialistico (tanto per chiarire: rianimazione d’emergenza, traumi medio/lievi, interventi chirurgici di emergenza, cardiologia d’urgenza, punto nascita….) ognuno di questi 4 punti con elicottero SEMPRE disponibile per trasporto veloce in struttura specialistica?
Sogno, i costi lieviterebbero e soprattutto ci sarebbe meno da spartire…
Io non vedo l utilita di un nuovo ospedale, perche’ gia ora i casi medici e traumatici gravi (infarti, politraumi, ictus ecc.) anche dall alta garfagnana vengono portati direttamente a Lucca o in elisoccorso in altri ospedali specialistici fuori provincia. Il signor Ghiloni ha ragione a dire che i pazienti con gravi patologie mediche e traumatiche vanno trattati entro un ora in ospedali idonei e secondo me non vanno portati prima in ospedali di serie B dove si perde tempo prezioso. Secondo il mio punto di vista sarebbbe molto meglio investire piu soldi nel 118, avere piu risorse e creare dei soccorritori professionisti come nel resto d’Europa. Non vedo come si possa in una nazione come l Italia avere dei volontari nel soccorso sanitaro, la vita delle persone deve essere al primo posto. I medici spesso si trovano in difficolta’ a lavorare con volontari per poca esperienza e per pochi turni forse uno al mese. Il primo nella nostra valle a capire dell importanza del professionista in ambulanza fu il Cavalier Baraglia con la misericordia del Barghigiano servizio ambulanza. Tutt’ora con grossi sacrifici economici la misericordia del Barghigiano e’ una delle poche realta’ che ha dei professionisti a bordo delle proprie ambulanze e la qualita’ del servizio e’ una delle migliori, e’ difficile sentire dei medici e infermieri lamentarsi. E’ qui dove bisogna investire aiutare le associazioni ad avere professionisti e garantire un servizio di emergenza come si deve, organizzare corsi e aggiornare di continuo il personale, cosi si potra’ di dire di avere una sanita’ che funziona.
Marroni sfonda una porta aperta.
Passo a volo d’angelo dall’ospedale al più ampio panorama dell’economia italiana.
Se vogliamo risanarla si deve avere il coraggio di vietare l’appalto di servizi: ogni azienda, ASL comprese, deve avere in forza tra i propri dipendenti tutto il personale necessario per compiere la missio sua propria: medici, infermieri, oss, osa, addetti alla mensa, pulizie, soccorritori, autisti…. per rimanere in tema ASL.
Il meccanismo degli appalti (e sub sub subappalti) crea solo sacche di inutile spesa.
E lo stesso l’affidamento a terzi (anche volontari) di servizi esterni.