Un tuffo nel Medioevo o giù di lì i prossimi 5 e 6 maggio a Barga con l’unica rievocazione storica in costume, almeno per quel periodo, che si tiene nel comune di Barga. Torna infatti il Calendimaggio, evento a metà tra rievocazione sport, anche se di altri tempi, promosso dall’Amministrazione Comunale con l’organizzazione sul campo dell’Associazione Historica Lucense che coordinerà una gara di tiro con la balestra manesca e dell’Associazione Mansio Hospitalis Lucensis che curerà invece un campo medievale di “Living History” e la rievocazione di una battaglia storica.
Stamattina in comune a Barga la presentazione di questa manifestazione alla presenza dell’assessore al turismo, Gabriele Giovannetti. Nella suggestiva cornice del borgo medievale di Barga, come da nove anni a questa parte, si terrà la consueta gara di tiro con la balestra manesca al quale si affiancherà un accampamento medievale del XIII secolo perfettamente ricostruito e, novità di quest’anno, un grande mercato medievale, con oggetti che si rifanno a quel periodo e che occuperà tutta via del Pretorio ed il Duomo di Barga.
L’accampamento storico sarà ospitato invece nell’appropriata cornice del Duomo dove sorgeranno nei prossimi giorni tende, velari, rastrelliere e bracieri fumanti e dove si potrà assistere, soprattutto nella giornata del sabato, a momenti di “Living History”, dimostrazioni di vita del tempo e veri e propri laboratori didattici di tessitura, falconeria, farmacologia, arceria storica.
Il programma prevede l’apertura del campo alle 11,30 di sabato 5 maggio con attività di “living history” fino alle 20 della sera e con il mercato medievale.
Domenica 6 maggio la giornata si aprirà alle 10 con il corteggio storico per le vie del antico castello e che si concluderà in Duomo. Qui ci sarà anche in questa giornata ,l’apertura del campo e del mercato e qui comincerà dalla prima mattina anche la gara ad eliminazione con la balestra “Tiro agli anelli” che poi proseguirà il pomeriggio alle 15. Al termine l’avvio della gara di tiro a punteggio denominata “Tiro alla Celata” e dalle 16,30 alle 17 la gara finale di “Tiro in rotella”. Il tutto, come spiegato dal responsabile della Historica Lucense, Bruno Giannoni, nella maniera più fedele possibile ai tempi; con strumenti e regole che si rifanno al “Regolamento Lucchese” del 1443. La gara di quest’anno, ha aggiunto Giannoni, sarà dedicata ad Angelo Zoni, scomparso nel 2011, fondatore della rivista dedicata al mondo della balestra italiana.
In contemporanea con l’ultima gara, come illustrato da Diego Giovannetti Micheli e Laura Pierotti, avverrà la rievocazione di una battaglia storica tra fanterie del XIII secolo. Un momento particolarmente suggestivo e spettacolare che completerà due giorni dedicati a riscoprire il passato.
Alle gare con la balestra manesca parteciperanno balestrieri provenienti dai gruppi storici del territorio di Lucca e della valle del Serchio, di Gavinana, Genova, Assisi, Città di Castello, Ferrara e provincia. In tutto cinquanta concorrenti ed in tutto, nelle varie rievocazioni, un totale di circa 200 figuranti in costume.
Tanti altri saranno infatti i gruppi storici provenienti dalla lucchesia, dalla regione e dalle altre regioni, che prenderanno parte anche alla rievocazione del campo, a quella della battaglia ed al mercato medievale.
Appuntamento quindi a Barga con la nona edizione del Calendimaggio il 5 ed il 6 maggio prossimi.
La balestra “manesca” è utilizzata senza alcun tipo di appoggio e ed è costituita essenzialmente da un Arco, da un Teniere, da un Meccanismo di Sgancio e da uno Meccanismo di mira. Esistono tesi discordanti tra loro in riferimento all’origine della balestra. Alcuni storici riferimenti storici trattano della balestra intorno al IX secolo a.C nel mondo orientale. Precursore della balestra portatile medievale è la “balista”: grossa macchina da guerra con arco a due bracci separati che poteva scagliare a notevole distanza sia pesanti dardi che pietre, usata da Greci e Romani già dal III secolo a.C. Alcune fonti attribuiscono a costruttori romani l’introduzione di piccole balestre portatili caricabili manualmente, altre ne datano la comparsa in Europa intorno al XI secolo, portate dalle popolazioni orientali confinanti. Le prime balestre di cui si hanno notizie certe (libri di carico delle navi), sono di quelle che furono portate dai soldati genovesi a scorta delle navi usate per trasportare le truppe della prima crociata (1098). All’inizio del XII secolo iniziò la fase di perfezionamento della balestra. L’arco non era ancora fatto con l’acciaio, venne migliorato sempre più a tal punto da diventare un’arma micidiale da cui spesso dipendevano le sorti di una battaglia. Papa Innocenzo II, durante il Secondo Concilio Lateranense del 1139, vietò ai Cristiani di adoperarla tranne che per battersi contro gli infedeli “Illam mortiferam artem Deo odibilem ballistariorum et sagittariorum Christianos et Catholicos eserceri de cetero sub anathemate prohibemus”. L’impiego dei balestrieri, in Europa e soprattutto in Inghilterra prese sempre più consistenza durante il regno di Riccardo I, (1189-1199) e la morte del re, fu provocata proprio dal dardo di una balestra nel corso di un assedio nel 1199. Tale evento venne ritenuto una punizione divina inflitta al sovrano per la sua disobbedienza al volere papale. Re Riccardo era un esperto balestriere. Si narra che, nel corso dell’assedio di Ascalona, seppur indebolito dalla febbre, si sia fatto portare dalla tenda il materasso in modo tale da poter scagliare dardi verso le mura della città assediata. Tali balestre erano composte dal “teniere” o “fusto” a cui anteriormente era fissato l’arco per mezzo di un intreccio di corde. L’arco era in legno di tasso: molto duro ma elastico; la corda era composta da fili di canapa intrecciata o da nervi di animali. All’estremità del teniere, davanti e centralmente l’arco, era fissata la staffa, generalmente metallica, che serviva per tenere, col piede, la balestra ferma a terra mentre la si caricava. Nei documenti più antichi era chiamata “streva” ed è anche con tale sinonimo che veniva indicata la balestra di tipo più semplice, denominata in seguito “a gamba” o “a tibia”. L’arco, elemento fondamentale per l’efficacia della balestra, è stato oggetto delle maggiori migliorie tecnologiche. Come abbiamo detto, dapprima era fatto unicamente di legno, poi, per ovviare a problemi di incrinatura, fu costruito a strati (arco composito) con lamine di osso (posteriormente) e tendine animale (anteriormente); infine, agli inizi del ‘400, furono introdotti gli archi d’acciaio: molto potenti ed affidabili nel tempo.(source)